Una vita emotivamente sul filo: la personalità Borderline

Il problema principale di una persona con personalità Borderline riguarda l’emotività, in termini di contenimento e regolazione. L’emotività di questi soggetti infatti viene espressa, sia sul polo positivo che sul polo negativo, sempre in maniera plateale, evidente, impetuosa, può passare da manifestazioni d’affetto immediate e forti, a manifestazioni di aggressività e violenza altrettanto importanti sia su di sé che sugli altri. La persona che ne soffre è posizionata su un continuum ad un polo abbiamo una psicopatologia franca che comporta una serie di sintomi, questi causano disagi significativi nelle diverse aree della vita di chi ne è colpito. All’altro polo abbiamo persone che possiedono solo dei tratti o delle caratteristiche della personalità Borderline, persone sane, normali che però sono impulsive, con intense emozioni in alcuni periodi della vita, ecc..

Incidenza

Il Disturbo Borderline di Personalità (BPD) non è un disordine raro. Sembra che interessi circa il 2 per cento della popolazione, e si riscontra più frequentemente nelle donne. Questo disturbo di personalità è molto comune sia fra gli adulti che fra gli adolescenti e i giovani, con i più alti tassi di incidenza nella fascia di età compresa fra 18 e 35 anni.

Il Disturbo Borderline di Personalità

Molte persone con DBP hanno un buon funzionamento in diverse aree della vita presentando però difficoltà nella vita privata che si rivela difficile e instabile, a causa di problemi nel regolare le emozioni, i pensieri, l’impulsività e per la messa in atto di comportamenti imprudenti e pericolosi.

Nel DSM 5 si definisce il disturbo borderline di personalità come una modalità pervasiva d’instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore con una marcata impulsività, che compare entro la prima età adulta ed è è presente in svariati contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: sforzi disperati per evitare un reale o immaginario abbandono; un pattern di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione. Alterazione dell’identità: immagine di sé o percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili. Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (es., spese sconsiderate, sesso promiscuo, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate,…); ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidari, o comportamento automutilante (autolesionismo, tagli su braccia e gambe, bruciature di sigaretta, ndc). Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).

Sentimenti cronici di vuoto. Rabbia inappropriata, intensa, o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici). Ideazione paranoide transitoria, associata allo stress, o gravi sintomi dissociativi.

In realtà, il motivo che porta questi soggetti a chiedere aiuto o li pone all’attenzione del mondo sanitario (ospedalizzazione o al trattamento ambulatoriale) è spesso un problema psichiatrico che ha a che fare con disturbi alimentari, dipendenza da sostanze (o altri tipi di dipendenza), tentativi di suicidio, depressione o disturbi d’ ansia.

Ma chi è il soggetto con disturbo Borderline?

Una caratteristicha di chi presenta il disturbo borderline, come ho già accennato è l’instabilità emotiva, che si manifesta con marcati e repentini cambiamenti dell’umore: possono oscillare rapidamente, ad esempio, tra la gioia e la forte tristezza, tra l’intensa rabbia e il senso di colpa. A volte emozioni contrastanti sono presenti contemporaneamente, tanto da creare caos nel soggetto ed anche  nelle persone a lui vicine. Queste “tempeste emotive” si scatenano soprattutto in risposta ad eventi relazionali spiacevoli, come un rifiuto, una critica o una semplice disattenzione da parte degli altri. La reazione emotiva di chi ha questo disturbo è molto più immediata, marcata e duratura rispetto a quella delle altre persone (vulnerabilità emotiva), per cui gestire le proprie emozioni diventa più difficile (disregolazione emotiva).

La persona che ha questo stile di personalità divide il mondo in buoni e cattivi, non possiede sfumature e quindi visioni più complesse degli altri o delle altre cose o degli eventi che gli accadono. Risulta così che il capoufficio è buono mentre il collega è cattivo e si comporterà sulla base di questa sua valutazione anche se essa deriva solo da un commento positivo fatto dal superiore e da una critica, anche costruttiva, fatta del collega. Non è detto che le valutazione resti stabile nel tempo, capita, anzi, che la persona con personalità borderline idealizzi una persona attribuendogli delle caratteristiche ma se questa, come è normale, non riesce ad essere sempre all’altezza delle aspettative, a volte irrealistiche, lo svaluti. Buttando giù dal piedistallo una persona il rapporto si incrina, esso non è più fonte di benessere ma di sofferenza. Lo sente ostile e si comporta di conseguenza, per poi a fronte di emozioni positive, riportarlo sul piedistallo. La rappresentazione che ha dell’altro, infatti, oscilla tra due poli: idealizzazione e svalutazione. In certi momenti l’altro venga percepito in modo assolutamente positivo (ad esempio: “buono”, “affidabile”, “disponibile”), mentre in altri venga rappresentato nel modo opposto, con grande difficoltà da parte del soggetto a considerare le due immagini contrastanti (oggetto buono/oggetto cattivo) come parti della stessa persona che, molto semplicemente, a volte può essere “buona” e piacevole, a volte “cattiva” e deludente. Ne conseguono cambiamenti d’umore repentini e/o forti scatti d’ira che man mano che la relazione problematica prosegue, portano poi inevitabilmente ad un punto di rottura e interruzione, e così, contemporaneamente il circolo vizioso ha nuovo “nutrimento” per rigenerarsi, confermando così la convinzione del borderline di essere indegno e non meritevole di amore.

Un’altra caratteristica del disturbo è rappresentata dalla rabbia inappropriata, intensa ed incontrollata. Questa rabbia può presentarsi in modi diversi, come: ostilità omnipervasiva, esplosioni di rabbia transitoria ed incontrollabile, permalosità eccessiva.

Nel tentativo di controllare i propri picchi emotivi, le persone con disturbo borderline di personalità ricorrono all’azione impulsivamente, agiscono senza riflettere, a questo proposito vorrei fare una piccola digressione per spiegare meglio il concetto. Le caratteristiche essenziali dei disturbi del controllo degli impulsi sono: l’incapacità o la difficoltà a resistere all’impulso, alla spinta o alla tentazione di eseguire un atto anche se esso è pericoloso per sé o per gli altri. Il crescente senso di tensione o attivazione prima di commettere l’atto. Infine un senso di piacere e/o gratificazione al momento di commettere l’azione impulsiva con successivo ed immediato rilassamento. Ad esempio pur sapendo che si è in una situazione economica difficile la persona va a fare shopping e di fronte all’oggetto che piace non resiste e lo acquista.

Tali aspetti comportamentali impulsivi si possono evidenziare nella tendenza ad interrompere bruscamente le relazioni interpersonali, passando ingiustificatamente dall’idealizzazione alla svalutazione dell’altro, o del lavoro, o di una passione, ad esempio se il lavoro viene valutato come negativo perché noioso, non alla sua altezza, con un brutto contesto, agisce d’impulso, sulla base delle sue emozioni e lascia il lavoro. Oppure nell’incapacità a controllare l’intensità e l’appropriatezza delle proprie reazioni aggressive, così come nella rabbia o nelle reazioni eccessive al timore, spesso infondato, di un abbandono.

I soggetti borderline presentano brusche oscillazioni affettive, con un’intensa e disadattiva reattività all’ambiente, soprattutto nelle relazioni interpersonali. È stato ipotizzato che la stessa instabilità emotiva possa essere interpretata come un fenomeno impulsivo. I rapidi cambiamenti relazionali, in risposta a stimoli spesso modesti, sembrano essere affini al comportamento impulsivo, definito come la tendenza a reagire immediatamente senza controllare a sufficienza l’intensità della risposta.

Ne consegue che si definire la persona Borderline, come “imprevedibile”. Le emozioni sono instabili, altalenanti, spesso prive di cause scatenanti o ragioni. I processi di pensiero sono anomali: chiari alcune volte, altre volte distorti e confusi. Hanno infatti,  difficoltà a riflettere sulle proprie esperienze, sui propri stati d’animo e sui propri rapporti interpersonali in modo coerente e lineare. Le conversazioni di queste persone appaiono in genere ricche di episodi, scene e personaggi, ma prive di un filo conduttore evidente. In altri casi, invece, sembra che stiano raccontando “tutto ed il contrario di tutto”: il loro punto di vista su sé stessi o sulle altre persone risulta contraddittorio.

Si alternano periodi di comportamento “normale”, adattivo ed efficiente, a improvvisi periodi regressivi caratterizzati da rabbia, sentimenti di impotenza e di vuoto, questo può portare a brusche interruzioni nel lavoro, a rottura nelle relazioni di coppia, portando il soggetto al ritiro sociale o eccessiva promiscuità nelle relazioni. A volte, infatti, riescono a sottrarsi alle forti pressioni dei propri stati emotivi distaccandosi da tutto e da tutti: entrano in uno stato di vuoto nel quale avvertono una penosa mancanza di scopi. Si tratta di una condizione pericolosa, in quanto in questi stati sono frequenti le tendenze all’azione, come le abbuffate di cibo, l’abuso di sostanze stupefacenti, gli atti autolesivi e i tentativi di suicidio.

La situazione è sempre molto complessa e grave per chi vive e convive con queste persone: i familiari, i partner nella coppia, i colleghi di lavoro, gli amici, non sanno mai cosa aspettarsi da loro, questo genera un sentimento di impotenza per l’incapacità sentita di fornire adeguato aiuto e sostegno.

E chi ci vive assieme?

I rapporti con l’altro sono altamente problematici, quasi sempre falliscono e risultano emotivamente distruttivi e altamente traumatici, soprattutto per chi coabita con la persona Borderline.

La persona con personalità Borderline tende a percepirsi in modo cinico, severo e le rappresentazioni di sé ricorrenti sono: il sé indegno e il sé vulnerabile, debole.

Il sé indegno si esprime con pensieri del tipo: “Non valgo niente”, “Sono cattivo o sbagliato”, che nascondono una forte paura di abbandono. Di fronte a questa paura e all’eventualità di trovarsi in “pericolo”, il soggetto si batte con forza per tentare di garantirsi a tutti i costi la vicinanza e l’amore dell’altro, sovente adottando strategie che prevedono l’auto-annichilimento, ovvero: prima di iniziare una eventuale relazione amorosa col partner scelto, cambia i propri gusti e preferenze o condotte per uniformarle a quelle del “bersaglio”, in modo da garantirsi l’affetto dell’altro e sentirsi degno del suo amore. A lungo andare, però, tale comportamento può provocare nel soggetto Borderline un senso di frustrazione, e l’emozione principale che emerge è la rabbia (l’altra faccia della paura), quasi sempre messa in atto con condotte impulsive, “inspiegabili”, verso l’altro con litigi furibondi , o verso se stesso, col ricorso all’autolesionismo o al suicidio. Ad esempio può esprimere un amore intenso ed assoluto per il partner con cui condivide interessi e passioni per poi tradirlo con un altra persona, opposta a lui, fino a lasciare il primo d’improvviso per iniziare a convivere col secondo. Il partner vive la situazione senza riuscire davvero a capire che cosa sia successo come sia stato possibile un simile repentino cambiamento.

ll sé vulnerabile, debole, si riferisce alla percezione di essere facilmente esposto a pericoli, a minacce dal mondo esterno imprevedibile e caotico. Quindi si associano: ansia, disturbi fobici, depressione e, in situazioni ad alto livello stressogeno si possono manifestare anche sintomi dissociativi, durante i quali il soggetto ha la sensazione di non essere presente a se stesso, di sentirsi come staccato da sé.

Uno stato che spesso accomuna entrambe le rappresentazioni è un senso cronico e stabile di vuoto, nei confronti del quale l’individuo può reagire ricorrendo a comportamenti disfunzionali, come gesti autolesivi.

L’altro della relazione, nelle fasi intense e improvvise di aggressività ed emotività negativa, viene visto come qualcuno da punire, distruggere, demolire. Il comportamento è senza limiti, socialmente disadattivo, incline a violenza, aggressività, mancanza di empatia, sadismo, sessualità promiscua, anche l’attività e la coerenza del pensiero viene intaccata e i discorsi risultano spezzettati e privi di filo conduttore. Inoltre tali persone spesso cambiano umore con molta facilità, e possono addirittura provare emozioni contrastanti contemporaneamente: odio/amore, felicità/tristezza, paura/rabbia.

Tale contesto relazionale-familiare ha effetti patogeni sul soggetto che, infatti, ha estrema difficoltà sia a riconoscere che ad esprimere i propri stati interni, che a modularli. Ha difficoltà a tollerare lo stress e ha quasi sempre bisogno di un appoggio esterno, un supporto al quale si aggrappa con tutte le forze, per avere indicazioni sicure su cosa pensare o sentire e su come agire (possono essere gli stessi familiari, o amici o colleghi di lavoro, che inconsapevolmente reggono e sono complici della perpetrazione del circolo vizioso disfunzionale).

Queste persone presentano una difficoltà molto alta a calmarsi e a controllare i loro impulsi, che sia amore, odio, vendetta, ecc..

L’elemento caratteristico di cruciale importanza nei sintomi e nelle difficoltà sopra menzionate consiste in una assenza di identità stabile e coerente, con oscillazioni tra euforia e onnipotenza, e depressione accompagnata da sentimenti di inadeguatezza. Il disturbo del senso di sé, è caratterizzato da una distorta, instabile o debole immagine di sé. Le persone con personalità Borderline hanno spesso valori, abitudini e atteggiamenti che sono influenzati da chiunque sia con loro.

Chi vive assieme ad una persona che presenta questo quadro personologico si trova in una realtà alienate, può esserci una lite intensa e drammatica che concerne un pensiero (o una paura) della persona Borderline, in cui si manifestano minacce di atti autolesibìvi o suicidio. A cui conseguono emozioni di colpa nell’altro, anche se non ne comprende appieno il motivo. Però, nel momento in cui il familiare si riavvicina per risolvere, si trova davanti una persona calma e tranquilla che nega l’evento conflittuale. I componenti della famiglia si sentono, comprensibilmente, tormentati dalla minaccia e/o dalla messa in atto di tali comportamenti. Le reazioni naturalmente variano ampiamente da caso a caso e vanno dal voler proteggere il famigliare, alla rabbia per comportamenti percepiti come una richiesta di attenzioni.

Conclusioni

La persona con personalità Borderline è un individuo che porta con sè una grande sofferenza e che suo malgrado la causa a chi frequenta, alle persone che ama e con cui vive. Presenta un vissuto doloroso, spesso con gravi traumi infantili che non gli hanno pemesso di imparare a controllare, capire ed elaborare i suoi contenuti emozionali.

Non è semplice capire se si ha a che fare con un soggetto borderline, non è la persona che non trova una stabilità affettiva o che cambia spesso umore, ma colui o colei che presenta un complesso quadro personologico di cui non si rende conto.

In alcuni casi c’è una remissione spontanea e la situazione di vita si normalizza, in altri un aiuto psicoterapeutico e farmacologico fanno la differenza. Non sempre però si hanno risultati.

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